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Dott. Fulvio Muzio

SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE

Fin dall’inizio del mio percorso di medico internista ho sviluppato un forte interesse per la Scienza dell’Alimentazione, disciplina in cui mi sono diplomato all’Università degli Studi di Milano nel 1989.

Dal 2008 al 2023 ho diretto l’Unità Operativa di Dietologia e Nutrizione Clinica dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano, dove ho avuto modo di gestire insieme alla mia equipe i più svariati e complessi problemi nutrizionali, da quelli legati ai disturbi del comportamento alimentare alle terapie salvavita di pazienti non più in grado di alimentarsi autonomamente (nutrizione per via venosa o tramite sonde gastriche, ecc.).

Quello che ho imparato e che cerco di applicare tutti i giorni nella mia attività clinica e anche su me stesso, è però assai meno complesso e si basa sul presupposto inequivocabile che “siamo fatti di ciò che mangiamo”: è l’aforisma sul cibo più citato di sempre (per inciso appartiene al filosofo tedesco Ludwig Feuerbach) e ne deriva una conseguenza importantissima, ovvero che la nostra salute dipende profondamente dalle nostre scelte alimentari, dato che queste scelte possono condizionare l’insorgenza di molte patologie, come ad esempio l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, l’arteriosclerosi, il diabete mellito, alcuni tumori e, naturalmente, l’obesità.

Oggi la nostra aspettativa di vita supera ampiamente gli 80 anni e questo grazie ai progressi della medicina e alle migliorate condizioni igieniche e alimentari che caratterizzano i Paesi sviluppati. Solo un secolo fa questa aspettativa non superava i 50 anni. Ma vivere più a lungo potrebbe non rivelarsi così vantaggioso, se la seconda parte della nostra vita dovesse essere afflitta da malattie croniche invalidanti, come quelle che ho appena citato, ovvero malattie in grado di limitare la nostra attività e peggiorare sensibilmente la qualità della nostra vita.

In realtà, queste malattie possono insorgere anche a causa di fattori diversi dalla nostra alimentazione come ad esempio l’ereditarietà, l’età, il sesso. Ma questi fattori, al contrario della nostra alimentazione, sono impossibili da modificare. Quindi la nostra alimentazione è uno strumento che dobbiamo imparare ad usare al meglio per poterci garantire un organismo sano e in forma, che ci consenta non solo di vivere a lungo, ma di farlo da persone sane.

In questi termini ritengo che la figura del medico nutrizionista debba essere quella di un esperto, di un “coach” in grado di valutare la situazione del singolo individuo a 360 gradi, avvalendosi delle proprie competenze scientifiche per valutarne le caratteristiche fisiche, i fattori di rischio, gli esami disponibili, eventualmente prescrivendone altri se necessari, stabilendo infine un percorso nutrizionale efficace ma sempre condiviso, eventualmente supportato da integratori e solo in rari casi dalla prescrizione di terapie farmacologiche di supporto. E questo vale per le esigenze più svariate, ad esempio:

  • Sovrappeso e obesità
  • Sottopeso e di malnutrizione
  • Patologie dell’apparato gastroenterico, come ad esempio le malattie infiammatorie intestinali e la sindrome del colon irritabile
  • Patologie che mettono a rischio principalmente l’apparato cardiovascolare come le dislipidemie, l’ipertensione, il diabete
  • Presenza accertata o sospetta di allergie e intolleranze alimentari (celiachia, intolleranza al lattosio)
  • Patologie di competenza nefrologica, pneumologica, epatologica, endocrinologica, neurologica, cardiologica, oncologica, ginecologica
  • Condizioni fisiologiche come la gravidanza e l’allattamento
  • Ricerca di benessere attraverso diete a base vegetale o piani alimentari volti a migliorare la performance sportiva.
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